Amore, dedizione ed una passione centenaria. Queste le componenti che la famiglia Bruni, da ben quattro generazioni, ha espresso nei confronti della viticoltura e del territorio melissese, da sempre dedito ad una lunga e millenaria tradizione vitivinicola.
Espressione di una terra superba, contornata da mille colori e da mille sapori. La famiglia Bruni interprete di questa storia millenaria, spinta dall’intraprendenza e dallo spirito di iniziativa di un giovane Mario Bruni, produce per la prima volta nel 1934, una bottiglia di vino recante l’etichetta “Melissa”. Il vino venne presentato alla terza mostra nazionale dell’agricoltura di Firenze, aggiudicandosi il primo diploma ufficiale di qualificazione con medaglia d’oro. Iniziò così l’ascesa sul mercato, del tipico Vino Melissa, che ben presto assumerà la denominazione di vino D.O.C.
Dagli anni Duemila Cantine Bruni diventa un fedele interprete di una enologia attenta, moderna, ma legata allo stesso tempo a valori di una cultura e di una tradizione che ha consentito alla famiglia Bruni di divenire punto di riferimento nell’enologia calabrese.
L’azienda Bruni si sviluppa su una superficie di circa 70 ettari, di cui 22 destinati alla coltivazione di vigneti. Si trovano nella località denominata “Martorano” nel comune di Carfizzi e nella località denominata “La Sorbia” nel comune di Melissa. Nella tenuta vengono coltivate tre varietà di vitigni autoctoni come Greco Bianco, Gaglioppo e Magliocco da cui nasce la linea “CIRO’ DOC”.
Le altre varietà maggiormente coltivate sono la malvasia, il syrah, cabernet – sauvignon, lo chardonnay, il merlot, il greco nero, il primitivo, il trebbiano, il pecorello.
Dalla raccolta e vinificazione delle uve di questi vitigni, vengono prodotte, in base alle proprie caratteristiche, le bottiglie di IGT Calabria “Nobili Melissesi” e “San Giu’”. Tutti i vini vengono prodotti esclusivamente con uve di proprietà, raccolte a mano e vinificate con metodi tradizionali e all’avanguardia. Per una produzione annua di 200 mila bottiglie.
Vini autentici che nascono da uve pregiate e che grazie alla passione, alla professionalità, alla una cultura del fare, che si tramanda da generazioni, hanno permesso di riscuotere l’attenzione nei più importanti eventi mondiali legati al vino. Come accaduto anche quest’anno con la medaglia d’oro al “Berliner Wine Trophy 2023”, evento che dal 2004 è diventato il più grande concorso vinicolo al mondo, conquistata grazie al “Survia” annata 2019. Un risultato prestigioso per Cantine Bruni sulla scia del doppio conferimento ottenuto nell’edizione precedente dove i protagonisti sono stati “Survia” e “San Giù”
Cantine Bruni è sinonimo di eccellenza tradizione ed innovazione. Una famiglia che ha saputo valorizzare e far conoscere fuori i confini nazionali un territorio, quello di Melissa nel crotonese, legato indissolubilmente alla storia delle battaglie per la terra e i diritti dei braccianti, alla viticoltura che ne fa “Città del vino”, all’abitare in grotta e ad un mare cristallino che racconta di pirati saraceni.
L’attività oggi è in mano ad un secondo giovane Mario Bruni, nipote dell’ideatore di questo entusiasmante percorso. Arguto e brillante imprenditore è fortemente concentrato in un continuo miglioramento dei processi aziendali che pongono come obiettivo primario la produzione di vini di elevato spessore qualitativo e la commercializzazione non solo più su territorio europeo ma anche verso gli affermati e nascenti mercati asiatici e statunitensi.
Lo incontriamo nella sua azienda a poche ore dalla partenza per il Vinitaly 2023 dove presenterà l’ultima creazione delle Cantine Bruni, la “Mari Giù” nata da uno dei vitigni autoctoni presente in Calabria e registrato ufficialmente nel Catalogo nazionale varietà di vite dal 1971, il pecorello, caratterizzato da sapori floreali e fruttati.
Quanto la inorgoglisce essere il rappresentante di una delle eccellenze della nostra regione nel settore vinicolo da calabrese e da imprenditore?
“Produrre, valorizzare e far conoscere nel mondo le bontà della nostra terrà è motivo di grande orgoglio. Farlo da calabrese e far conoscere anche il nostro bellissimo territorio, poco conosciuto a livello internazionale, ci dà un binomio vincente”
Dalla bottiglia “Melissa” prodotta da suo nonno nel 1934 alla ultima nata, “Mari Giù”. Quanta emozione prova?
“Alla nuova bottiglia abbiamo dato il nome Mari Giù, dedicata alla recente nascita della mia primogenita che rappresenta la quinta generazione. Forse è nel dna, fare ricerca e sperimentare nel nostro territorio e tirarne fuori il meglio del nostro potenziale produttivo, con metodi tecnologi e innovativi ma sempre nel rispetto delle antiche tradizioni”.
Cosa differenzia secondo lei il vino calabrese dagli altri che vengono prodotti in Italia?
“Nella produzione dei vini è molto importante il terroir e il clima, e come ben sappiamo il nostro sole con l’influenza della brina marina caratterizzano la struttura e mineralità dei nostri vini”
Quanto si è fatto e cosa secondo Mario Bruni bisogna ancora fare da un punto di vista politico ed imprenditoriale in Calabria per proseguire sulla strada dell’eccellenza e della qualità intrapresa?
“Negli ultimi anni e con le ultime legislature stiamo vivendo un ottimo percorso di promozione e internalizzazione, attraverso un’attenzione mirata con la presenza nella quasi totalità delle fiere più importanti del settore a livello mondiale. Ciò porta agli imprenditori un grande aiuto a fare gruppo e far conoscere i propri prodotti che sono molto apprezzati sui vari mercati”.
In un mercato così ricco come quello legato al mondo dei vini cosa fa la differenza per arrivare sulle tavole del consumatore?
“Promozione, conoscenza dei prodotti e dopo un ottimo rapporto qualità prezzo”.
Prossimi obiettivi?
“Sperimentazione di nuovi vitigni. Merlot su tutti. Un vitigno prettamente francese e divenuto ormai internazionale, alla base dei vini rossi più importanti. La nostra azienda lo ha vinificato già 5 anni consecutivamente e con vari tipi di affinamento. A breve sarà disponibile sul mercato per dare dimostrazione che dal nostro territorio possono nascere prodotti almeno ‘paragonabili’ ai grandi nomi internazionali”